Il “savoir-faire” al congresso americano
“savoir-faire” è un termine francese per esprimere l’arte di comportarsi con abilità e tatto nelle varie occasioni. Lo si usa spesso anche in altre lingue come aggettivo per definire una persona educata e sensibile.
Come si può definire invece l’opposto del savoir-fare?
Forse manca un termine preciso. Ritengo però che molti dei partecipanti al Congresso di S. Diego dell’AAO abbiano ben compreso questo concetto quando, nonostante una guerra in corso in Europa, una nota industria di prodotti ortodontici ha organizzato una festa in una base militare.
Non stiamo parlando di politica o della giustezza o meno delle scelte governative della NATO, perché non ritengo di avere sufficienti informazioni per poterle analizzare, e perché non sarebbe questa la sede per parlarne, stiamo parlando solo del buon gusto.
Il congresso di ortodonzia americano è per tradizione storica e per affluenza il riferimento nel mondo. A S. Diego c’erano circa 20.000 persone da tutto il mondo. Molte di loro, provenienti dall’Europa, probabilmente speravano che la guerra nei Balcani finisse prima possibile. Pochi di loro, ospiti di questo party per ortodontisti, avranno brindato allegri in mezzo agli elicotteri, ai carri armati e alle bombe, ……tutte rigorosamente intelligenti. Forse era molto “cool” vedere e toccare le armi ipertecnologiche?
Le armi sono strumenti di morte e la loro glorificazione è pericolosa e imbarazzante.
Un esempio di cattivo gusto, l’opposto appunto del savoir-fare.
Agli ospiti, genericamente intesi, non si mostrano armi di una guerra in corso, ne si ricordano situazioni inquietanti, tragiche, dolorose e tantomeno lo si fa in una occasione festosa e commerciale.
Mostrare esempi positivi dell’ingegno umano in campo artistico o scientifico ed insegnare ad apprezzarli come tali non è forse più utile del mostrare la potenza militare e ciò che si crea per distruggere?
Se sollecitiamo la cultura della violenza, attraverso i videogame, i film etc.. esaltando la potenza delle armi non otteniamo forse falsi valori che in certi casi possono provocare vere e proprie stragi? E’ già successo nelle scuole e non tanto tempo fa…
Madeline Bridges (1844-1920) scriveva:
For life is the mirror of king and slave,
‘Tis just what we are and do;
Then give to the world the best you have,
And the best will come back to you.
Non si tratta di moralismo ma di rispetto per il prossimo, non tutto il mondo è una Disneyland, non tutto è giustificato per lo spettacolo e ancor meno lo è per il guadagno.
Gabriele Floria DDS
VJO Editor