Gabriele Floria DDS, VJO editor
Firenze, Italy
L’ortodontista si trova spesso a fare delle scelte terapeutiche che influenzeranno l’esteticità di un volto. Si parte quindi dall’ assunto che egli sia in grado di distinguere la bellezza e l’armonicità di un viso e di un profilo. Tuttavia il concetto di bellezza è molto dinamico per sua stessa natura, variando nel tempo e nei luoghi d’osservazione.
Gli standard ideali, che noi siamo abituati ad usare, oggi appaiono non aggiornati se valutiamo cosa il pubblico considera bello e attraente, standard che vengono ulteriormente indeboliti dalla mescolanza delle razze e dalla multietnicità della società.
Nasce quindi l’esigenza di nuovi strumenti valutativi che ci aiutino visivamente e direi numericamente all’ottenimento del massimo risultato estetico non estrapolato dalle caratteristiche razziali specifiche ma che tenga conto anche del mutare del gusto nel tempo.
In questo numero pubblichiamo un lavoro che propone una interessante modifica al metodo attribuito a Schwarz per l’analisi del profilo.
“Non c’è niente che arriva più direttamente all’anima della bellezza”
Addison (1672-1719)