Quando si realizza un sito web ci si trova spesso a ragionare utilizzando termini un po’ abusati come usability, con delle nuove figure professionali dai nomi accattivanti come web designer, web-architect, web-master etc…
L’usability, tradotta in italiano come usabilità, è il grado di fruibilità di un servizio. Nel caso di un sito Internet con contenuti scientifici come il VJO tale termine può essere ricondotto al grado di leggibilità. Tutti noi intuitivamente sappiamo cosa significhi leggibilità: è la condizione per la quale un testo è facilmente leggibile, comprensibile, tuttavia essendo la scrittura legata al mezzo che la ospita dobbiamo oggi anche considerare una leggibilità visiva che tenga conto del fatto che il monitor del PC non è molto adatto alla lettura. Molti colleghi preferiscono stampare gli articoli pubblicati in rete, si calcola infatti che la lettura su di un monitor tradizionale (non lcd) sia più lenta di un 25-30% rispetto a quella su carta. Di ciò è necessario tener conto nella stesura dei contenuti per Internet. L’altro aspetto della leggibilità riguarda quella che potremmo definire la leggibilità linguistica che differisce per nazione e che riguarda la scelta dei termini, la sintassi e l’articolazione dei contenuti. Anche il miglior lavoro scientifico può risultare di difficile comprensione o interpretazione se mal composto e descritto.
Negli Stati Uniti esiste il “Plan Language Act” che impone all’amministrazione pubblica e alle aziende di scrivere con linguaggio comprensibile qualsiasi tipo di messaggio. Secondo tale legge tutti i documenti pubblici devono avere un indice di leggibilità non inferiore a 45 secondo l’indice di Flesch.
Rudolph Flesch fù il primo a porsi il problema di misurare la leggibilità di un testo e nei suoi studi pubblicati nel 1946 ha dimostrato che un testo risulta difficile quando contiene molte subordinate e molte parole astratte. Inoltre esiste una correlazione tra parole astratte e numero di sillabe per campione come tra proposizioni subordinate e numero medio di parole per periodo. Da tutte queste osservazioni ne ha ricavato una formula matematica che identifica la leggibilità di un testo, l’indice di Flesch appunto. Questa la formula matematica: Leggibilità = 206 – (P + 0,6 S) dove P è il numero medio di parole per frase e S è il numero medio di sillabe in 100 parole. Quanto più il numero finale è elevato, tanto più il testo risulta facile. Al contrario, un risultato basso equivale a un testo complicato. Quindi, sarà uguale a 100 un testo facilissimo ed uguale a 0 un testo quasi incomprensibile. Un buon articolo scientifico così come una tesi di laurea, a mio modesto parere, deve essere il più leggibile possibile per meglio trasmettere l’informazione contenutavi e sono certo che questo innovativo mezzo di trasmissione dei contenuti (internet) stia contribuendo a questo processo avvicinando la “scrittura” al parlato. E’ infatti dimostrato che le modalità di comunicazione in rete differiscono dai comuni standard (scritto e parlato) posizionandosi per formalismo e sintassi a metà tra i due. Naturalmente tali modifiche non devono tradursi in una minor precisione espressiva. L’utilizzo della lingua inglese di fatto realizza un protocollo comunicativo che consente una trasmissione dell’informazione a popoli diversi tuttavia è necessario sforzarsi di dare ai testi un elevato grado di leggibilità affinchè anche chi non è madrelingua possa cogliere appieno la sostanza dell’elaborato. Ma se abbiamo detto che il cartaceo è, per le generazioni attuali, più leggibile perchè dovremmo pubblicare on-line? La risposta è ben espressa da un interessante articolo di Steve Lawrence intitolato “Online or Invisible?”, nel quale si dimostra che gli articoli liberamente consultabili on-line sono i più citati ed hanno maggiore impatto sulla comunità scientifica e come tali maggiori ricadute nel progresso tecnologico e sociale.
Questo processo di selezione naturale del modo di pubblicare porterà sempre più articoli on-line, fino al punto di avere tutta la letteratura scientifica in formato digitale. Sarà allora molto facile attribuire corretti indici di citazione, per meglio valutare l’effettiva utilità delle pubblicazioni, ma soprattutto reperire informazioni e disseminare ovunque conoscenza in modo rapido, economico ed efficiente. Pertanto ovunque voi decidiate di pubblicare i vostri lavori cercate di fare in modo che siano il più possibile leggibili, scrivendoli con frasi corte e lineari, ma assicuratevi anche, nel vostro stesso interesse, che siano liberamente consultabili on-line perchè questo è senza dubbio il futuro, e come Charles Darwin ci ha dimostrato, la specie che non sa adattarsi al cambiamento scompare.
Bibliografia:
- “The Art of Readable Writing” Rudolph Flesch
- La leggibilità dei siti web. https://www.iconmedialab.it/download/la_leggibilita_dei_siti_web.pdf
- Online or Invisible? https://www.neci.nec.com/~lawrence/papers/online-nature01/