Issue 5.2

Editorial – Floria G. (VJO Editor)

Oggi internet è sulla bocca di tutti ma spesso la sua conoscenza è molto superficiale. La maggior parte dei nuovi utenti pare prediligere il World Wide Web, il W.W.W. appunto, pero’ Internet è molto altro, newsgroup, forum, mailing list tanto per citare alcune potenzialita’. Secondo recenti statistiche gli internettiani piu’ anziani prediligono e frequentano più le comunita’ virtuali, prevalentemente testuali, che gli spazi web sempre piu’ graficamente accattivanti. Perchè allora folte schiere di Web-designer, Art-director, e Web-master si sforzano di realizzare bellissimi siti commerciali? Probabilmente si cerca di camuffare la mancanza di contenuti con una bella copertina. Al contrario le comunita’ virtuali rifuggono da grafiche sofisticate trovando la loro motivazione nel comune interesse che le anima. Rappresentano da sempre lo strato basale della rete perche’ il loro razionale è l’intelligenza collettiva che le anima, e le sviluppa. Nella comunita’ virtuale, non si condividono solo file, programmi, o musica, si condivide se stessi, le proprie esperienze, le proprie speranze, aspirazioni, frustrazioni con o senza collegamento col mondo cosiddetto reale. Due mondi paralleli favolosamente intrecciati. Le comunita’ reali rigide e con forte senso di appartenenza e gerarchia fanno da contraltare a quelle virtuali piu’ eteree, impalpabili ma forse anche per questo più partecipate e vissute. Il mezzo tecnologico che a qualche osservatore puo’ sembrare freddo e sterile, consente l’aggregazione, e la condivisione delle esperienze, perche’ il singolo argomento proposto viene spesso discusso e scomposto secondo la prospettiva di ciascuno dei partecipanti alla community. Da questo confronto ne derivano opportunita’ e vantaggi tipici dei gruppi di studio nei quali la diffusione dell’informazione non è ex-cattedra bensi orizzontale perchè tipicamente propagata mediante lo scambio di esperienze tra colleghi. Questa modalita’ di confronto e scambio, per l’informalita’ che la caratterizza, è ottimale nel far emergere dubbi clinici e terapeutici. Al tempo stesso il commento dell’esperto di turno viene vissuto come suggerimento e consiglio che acquista il giusto valore che la comunita scientifica, ma soprattutto quella virtuale gli assegna, indipendentemente dai riconoscimenti ufficiali. In Italia abbiamo partecipato alla creazione della comunità virtuale degli odontoiatri (www.edentist.it), comprendendo in essa anche gli ortodontisti ed in due anni abbiamo raggiunto quasi 3000 iscrizioni, convenzioni per i nostri iscritti ed iniziato un programma di formazione continuativa. Ottimi risultati, realmente insperati, ma soprattutto tanta soddisfazione nel ricevere ringraziamenti diretti ed indiretti da parte di chi, seguendo i consigli propagati dalla lista, ha risolto problematiche cliniche che altrimenti avrebbero generato delusione e frustrazione o più semplicemente ha colto quel suggerimento intelligente al quale non aveva pensato.

Vorrei citare il filosofo Pierre Lévy:” ….. L’intelligence humaine? Son espace est la dispersion. Son temps, l’éclipse. Son savoir, le fragment. L’intellectuel collectif réalise son remembrement. Il construit une pensée transpersonnelle mais continue. Une cogitation anonyme, mais perpétuellement vivante, partout irriguée, métamorphique. Par l’intermédiaire des mondes virtuels, nous pouvons non seulement échanger des informations mais vraiment penser ensemble, mettre en commun nos mémoires et nos projets pour produire un cerveau coopératif. ….”

A comparison of skeletal and dentoalveolar changes during facemask therapy with growth changes in untreated class III controls (EnglishSpanish)

Jones AG.
Naini FB.
Stubbs JC.

Abstract: The purpose of this study was to compare the effects of facemask therapy in a slightly later age group than average (11.5 years for females, 11.8 years for males), with lighter forces than average (100-200g per side), to a Class III untreated control group and a normal control group. The treatment group consisted of 32 protraction headgear cases (15 males, 17 females). The Class III control group consisted of mixed longitudinal data from 50 untreated subjects (32 males, 18 females). The treatment group was also compared to subjects from the Bhatia and Leighton growth study. Linear and angular cephalometric measurements were taken before and after treatment. The facemask group showed significant dento-alveolar changes but no significant skeletal changes. Therefore facemask therapy in this age group and with light forces can be expected to help correct a Class III relationship with only dento-alveolar changes.

A comparison of skeletal and dentoalveolar changes during facemask therapy with growth changes in untreated class III controls.

L’esame cefalometrico computerizzato. Valutazione comparativa tra due metodiche di acquisizione

Nucera R.
Matarese G.
Cordasco G.
Mazza M.

Abstract: Lo scopo di questo ricerca è valutare due differenti software per cefalometria che utilizzano periferiche diverse per quanto concerne l’acquisizione dei dati, ovvero uno scanner per pellicole radiografiche (tecnica 2) e una tavoletta grafica (tecnica 3). Sono state indagate 30 teleradiografie in proiezione latero-laterale. Per la valutazione della tecnica 2 abbiamo utilizzato il software LightningCeph della softwarehouse Ellesoft, per valutare la tecnica 3 abbiamo utilizzato i software J.O.E. prodotto da Rocky Mountain Orthodontics. L’elevata significatività statistica riscontrata tra i valori cefalometrici ottenuti con entrambe le tecniche computerizzate (p<0,001), indica come l’utilizzo dello scanner e della tavoletta grafica siano metodiche di acquisizione cefalometrica altamente affidabili.

L'esame cefalometrico computerizzato. Valutazione comparativa tra due metodiche di acquisizione.

The “Beauty” of Homo sapiens sapiens: standard canons, ethnical, geometrical and morphological facial biotypes. (third part)

Perseo G.

Resumen: Los canones universales de belleza para las caras “Europíde” han sido reunidos en algunos libros y esparcidos en un gran número de publicaciones. Voy a discutirlos por medio de imágenes realistas de dos famosos supermodelos de sexos opuestos seleccionados de acuerdo a meticulosos criterios etnico-geometricos. Señalaremos tanto los aspectos positivos de esos canones así como también sus evidentes limitaciones. Las proporciones de los rostros representados aquí, van de acuerdo con los canones de belleza resultantes de largas y extensas investigaciones antropométricas.Las proporciones de los rostros representados aquí están de acuerdo con los canones de belleza resultado de exaustivas investigaciones anropométricas. Las estadísticas de estos modelos faciales haansido obtenidas midiendo la proporcion de cientos de individuos los cuales han sido escogidos por su atractivo. Los operadores podrían tomar ventaja de estos modelos si ellos representaran guias apropiadas para comparar con los tipos faciales de sus pacientes. Los canones internacionales son una referencia satisfactoria para algunos tipos faciales, pero también son una restricción dentro de los límites de la apariencia étnica Europide de las caras ovales. El tercio inferior de la cara es sin embargo, transversalmente mas angosto que el tercio medio y el superior. Al no tener imagenes adecuadas con las cuales describir los canones (aunque al usar mis dibujos pueden obtener las indicaciones apropiadas para sus interpretaciones), muchos operadores evitan referirse a dichas guías ; por otra parte, otros operadores, las usan muy adecuadamente, ya que son el resultado de escrupulosas investigaciones. Yo supongo que las caras seleccionadas para esos estudios deben haber sido solo caras de forma oval, o de varias formas geométricas pero en las que la mayoría son ovales. Si las caras han sido escogidas en relación a la armonía existente entre los componentes faciales y las peculiaridades geométricas faciales, tendriamos modelos universales para la mayoría de los tipos faciales actuales. En futuras publicaciones, analizaré estos aspectos. Consecuentemente, estandarizaré otras caras de supermodelos contemporaneos como una referencia ideal para comparar los diversos tipos faciales de nuestros pacientes. Las investigaciones mas famosas en este campo, no siempre han usado dibujos elegantes y proporcionados para ilustrar los canones de belleza. La pregunta que me hago es, ¿Por que no se describen directamente en imagenes reales tomadas de las revistas de modas? En este trabajo, Yo decubriré un coeficiente de disformismo sexuaal del 97.5% ± 1 que aaparece en muchas proporciones faciales.

The "Beauty" of Homo sapiens sapiens: standard canons, ethnical, geometrical and morphological facial biotypes. (third part)