Recentemente ho letto due editoriali del Sig. Pozzi, Presidente della Leone SpA, pubblicati sul “Bollettino di informazioni ortodontiche” 63 e 65, molto critici a proposito di internet e di e-commerce. Come immaginerete sono di tutt’altro avviso ed adesso cercherò di spiegare il perché senza spirito polemico, e come si usa in amicizia.
Nicholas Negroponte, uno dei fondatori del MIT (Massachusetts Institute of Technology) già nel 1995 in “Being Digital” si interrogava sul perché alle sue conferenze in California trovava sul tavolo le bottiglie di acqua Evian, che come sappiamo provengono dalla Francia, e tralasciando considerazioni economiche puntualizzava l’assurdità logica di far viaggiare per mezzo mondo un tal peso, per trasferire pochi litri di acqua minerale. Infatti se dovessimo utilizzare il baratto per scambiare la bottiglia di acqua con cosa la scambieremmo? Con la benzina o il gasolio del camion, dell’aereo, della nave, con il quale viene trasportata? Oppure con gli stipendi di tutti gli addetti alla produzione, marketing e distribuzione di quel prodotto? In sostanza il reale rapporto risorse utilizzate/beneficio è altamente sbilanciato per la collettività ed è reso possibile solo da complesse alchimie economiche.
L’Italia è il 7° paese al mondo per utilizzo di carta, ogni anno ne vengono utilizzate 10 milioni di tonnellate eppure il riciclaggio è iniziato da pochissimi anni, poche persone lo praticano e lo spreco è enorme. Io non sono un ecologista fanatico però mi da fastidio trovare la mia cassetta postale piena di pubblicità, perché devo perdere tempo a scartare ciò che è da buttare e poi accumulare montagne di carta da smaltire. Gibran Kahil Gibran, un grande poeta libanese, scriveva: “Gli alberi sono poesie che la terra scrive in cielo. Noi li abbattiamo e ne facciamo carta che registra il nostro vuoto.”
E’ giunto il momento di cambiare, di evolversi, di facilitare il passaggio dall’atomo al bit.
Quanto petrolio e quante altre risorse non rinnovabili si potrebbero risparmiare utilizzando l’informatica? E tornando nel “microcosmo ortodontico” quanto tempo ci consente di risparmiare internet nella nostra attività? E’ davvero indispensabile ricevere in studio decine di rappresentanti, quasi sempre con i soliti prodotti, con offerte di acquisto sempre più complesse e con le loro legittime provvigioni o è preferibile entrare in rete, in qualunque ora del giorno e della notte ed ordinare con due o tre click il prodotto che ci serve? No, non è fantascienza, ci sono già tre grosse aziende ortodontiche che fanno e-commerce negli Stati Uniti.
Dietro ad un semplice click ci sono anni ed anni di lavoro, di ingegneri, di matematici, di programmatori e chi davvero usa internet dalla sua ideazione, che è bene ricordarlo è avvenuta nel 1964, lo sa bene. Per questo è quantomeno ingrato banalizzare il “click”.
Veniamo all’aspetto economico: Internet è una rivoluzione, non vi sono dubbi su questo, e come in tutte le rivoluzioni che si rispettino ci sono i paladini della “old” e quelli della “new economy”: I primi, come Michael Bloomberg (che peraltro è stato uno dei primi a mettere la sua televisione su internet) tendono a schernire l’e-commerce paragonandolo al commercio tradizionale senza capire che le due cose sono completamente diverse. Esistono settori che sono adatti al commercio elettronico, altri che lo sono parzialmente ed ancora altri che non lo sono affatto. Paragonare il volume di vendita di Wal-Mart (grossa catena di negozi di vendita al dettaglio) con il volume di e-commerce stimato per i prossimi 5 anni è tanto assurdo quanto lo sarebbe confrontare il fatturato di Amazon (1640 milioni di dollari nel 99), la più grande libreria del mondo, che fa solo vendite on-line, con quello della cartolibreria “ZiaAssunta”di Canicattì (ammesso che esista) per dimostrare che il commercio elettronico rende di più.
Non facciamoci influenzare dagli andamenti borsistici, sappiamo tutti quanti che specie sui titoli nuovi esiste molta speculazione, sia in positivo che in negativo. Ciò che si vende in borsa sono le speranze di utili futuri ma con dei moltiplicatori folli che molto spesso decretano il crollo del titolo precedentemente sovrastimato. Domandiamoci invece perché in ogni nazione siano stati approntati dei mercati cosiddetti “nuovi” per i titoli tecnologici con poco flottante ma con alta volatilità e quante di queste aziende neo-collocate realizzeranno utili in rete. Se leggete questo testo siete uno dei 9 milioni di italiani che navigano in rete, ma nel 2005 il vostro computer sarà una delle 40 milioni di macchine collegate ad internet, secondo i dati forniti da SMAU 2000.
La sicurezza in rete: è pericoloso inviare il numero della carta di credito in rete? No, non lo è se sapete come usare un computer. E’ molto strano (e direi indice di provincialismo) notare come internet venga presentata in Italia come un luogo pericoloso, abitato da ladri e pedofili o da adolescenti in cerca di siti pornografici, dove il divertimento o la curiosità per qualcosa di insolito sembrano essere l’unico motivo di accesso.
“Il numero della carta di credito”…….pare essere il segreto del Sacro Graal, che anche solo pensato vicino al computer ti venga risucchiato dalla rete e con esso tutto il conto in banca.
Vi siete mai chiesti quante persone hanno accesso a quel numero tutte le volte che utilizzate la carta in un negozio? Il cassiere, il cameriere, la receptionist …….. migliaia di persone lo hanno visto e che cosa è successo? Niente. Si talvolta può capitare di riscontrare degli errori, a me è successo due volte (ma internet non c’entrava) ed è bastata una raccomandata al servizio per risolvere tutto. L’accoppiata e-commerce – carta di credito non è affatto vincolata, se io ordino dei prodotti al mio fornitore abituale, che lo faccia via telefono, via e-mail, via web o via fax potrò sempre pagare con ricevuta bancaria, con assegno, o in contanti, esattamente come facevo prima. Solo il mio tempo speso a rintracciare il rappresentante, in orario di reperibilità, e se il telefonino gli funziona sarà risparmiato. Che cosa abbiamo di più prezioso del nostro tempo?
Sempre per rispondere agli editoriali di cui sopra è necessario evidenziare che il fabbricante di prodotti ortodontici non ha il compito di insegnare al professionista, questo è compito dell’università in primis e delle associazioni professionali in seguito, ma ha il compito, talvolta ancor più importante, di soddisfare le necessità operative, raccogliendo le richieste di nuovi prodotti, esaminando la fattibilità e producendo prodotti sicuri e testati per il bene dei nostri figli che li indosseranno.
Come si realizzerà questo nel futuro? Quale mezzo consente di contattare milioni di professionisti con un “click” in pochi secondi per sapere cosa serve, cosa è migliorabile e dove reperire i materiali adatti allo scopo? Con quale sistema si può contattare il produttore senza costi per avere informazioni sui prodotti? Internet appunto!
Esistono molti manager che sentendo molto la responsabilità degli impegni che hanno assunto verso i dipendenti, si trovano vincolati ad una forma di commercio tradizionale per soddisfare una rete di vendita antiquata, quasi impossibilitati a testare l’innovazione che vedono comunque avvicinarsi ineluttabile. A tutti loro va la mia ammirazione per il lato umano del problema ma è necessario ricordare che anche negli affari la selezione della specie, di Darwiniana memoria, farà la propria opera salvando i più efficienti e non i più nostalgici. Prepararsi al cambiamento investendo energie nell’ottimizzazione dei sistemi di vendita e nella preparazione informatica del personale, significa prevedere e pianificare il più alto numero di sviluppi possibili, essere pronti all’unificazione europea e alla globalizzazione (positiva o negativa che essa sia).
Ogni nuovo mezzo di comunicazione in passato è stato osteggiato e combattuto dai media tradizionali e dalla paura del nuovo che inesorabilmente avanza, ma come il fax ha evitato viaggi in aereo per firmare i contratti, così un monitor luminescente via internet permetterà a due uomini lontani migliaia di chilometri di guardarsi in faccia e magari ordinare a voce una scatola di attacchi,…… per adesso manca la stretta di mano, ma vedrete …… ci arriveremo 😉